Agostino non c’era, Agostino c’è

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Nella foto un indaffarato Agostino Ferrari sistema una delle sue opere per una mostra in Spagna. Come ho anticipato nel post di ieri,  tra i tanti artisti esposti al mercatone di Bologna, ne mancava uno. Ma ci sono “uno” che rappresentano il “molto” che il mercato dell’arte spesso trascura (forse ad arte…). Agostino Ferrari è l’uno che non c’era a Bologna (o meglio non era chiaramente in vetrina). Di certo, nessuna citazione nel catalogo ufficiale. E’ vero,era in buona compagnia (l’elenco degli assenti è clamoroso e a tratti vergognoso per chi tratta opere dell’arte), ma Ferrari resta, per un il collezionista e per l’esperto, un nome da tenere in forte considerazione. La sua storia lo urla. Anni Sessanta. La scena dell’arte a Milano (una capitale, allora del pensiero artistico) è dominata da Manzoni e Fontana. Come ricostruire la pittura: la domanda di fondo. Azzerandola, tagliandola, privandola di colori e materia. E allora sono achrome, sacchi, tagli, estroflessioni, acrobazie visive, persino merda. Purchè d’artista. Solo questo o tutto questo? No. Ferrari e gli artisti del gruppo del Cenobio (riuniti in una celebre galleria d’arte), tra il 1962 e il 1963 si muovono su un altro terreno di ricerca.

“Lo sperimentalismo segnico del dipingere di Agostino Ferrari, Ugo La Pietra, Ettore Sordini, Angelo Verga e Arturo Vermi (c’era anche Raffaele Menster ma abbandonò prestissimo il gruppo) li aveva quindi sollecitati verso una visione condivisa e li aveva raggruppati nell’assai breve storia del Gruppo del Cenobio. Questo sodalizio, autogestito per essere fuori dalla “dittatura dei mercanti”, le cui vicende si svolsero in un arco temporale davvero contenuto, rappresentò, per la coeva realtà milanese, l’unico gruppo che si mosse nella direzione della ricerca segnica, adottando scelte che si mettevano in contrapposizione con le voci dell’arte oggettuale, cinetica, programmata e pop che stavano, a quel tempo, affermando i propri linguaggi e le proprie posizioni….Quella del Gruppo del Cenobio fu una voce aperta e libera, non intransigente, nel contesto della pittura astratta, che in loro diventa narrazione viva e carica di sentimento, dove la realtà particolare è in divenire, in cambiamento costante e progressivo. Le loro opere sono vere e proprie liriche, poesie esternate con la forma semplice e contenuta di segni-simboli immediati nell’evidenza di una complessa semplicità.”. (Matteo Galbiati nella presentazione della mostra del 2013 alla Galleria del Credito Valtellinese).

Agostino Ferrari, amico di Manzoni e di Castellani, spinge il suo lavoro su una matrice segnica in cui lo spazio pittorico dialoga con la calligrafia dello spirito d’artista. E’ un dentro e un fuori, evocato sulla tela, che una misteriosa scrittura intima tenta di mettere in contatto.”Il lavoro attuale dell’artista _ scrive Mariacristina Maccarinelli _ si incentra sulla realizzazione di opere alle quali dà il titolo di Oltre la soglia. Questi quadri sono composti da una parte dominata dal racconto segnico e da un’altra rappresentata da una superficie nera, sulla quale il racconto si annulla o si modifica. Il racconto lineare si interrompe quasi bruscamente e sembra sospeso tra il conscio e l’inconscio, tra l’essere e il non essere, tra la luce e il buio, tra la realtà del passato e l’ignoto del futuro che ancora deve scoprire e rivelare. Vi è quindi la manifesta intenzione di Ferrari, giunto alla maturità, di introdurre nelle sue opere un rimando interiore ed intimista>.

Il tutto usando sabbia, pigmenti, oro. Bello, no? Forse no. Forse sì. E’ soggettivo. Comunque importante. A Bologna Agostino non c’era. Ma state certi che presto ci sarà.  Non solo lì. E quando vi diranno che è il momento di prendere una sua opera, ricordatevi che c’era uno l’aveva scritto a gennaio sul suo piccolo blog.

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Nella foto l’opera aggiudicata a 2.500euro nell’asta 798 della Meeting Art (un 100×80 pubblicato)

MANMBps. Ho contattato il maestro per avere una sua riflessione in merito.

Mi ha risposto e domani vi dico come…

altro ps, c’è un Take it under mille per l’asta di domani e giovedì

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