Il codice delle Tre Marie

HENRICK VAN BALEN [Anversa 1575 – 1632]
e JAN BRUEGHEL IL GIOVANE (1601- 1678)

La Sacra Parentela in un giardino con un palazzo nobiliare sullo sfondo
Olio su rame, 67,5×85,5 cm


La scheda a catalogo: “Il dipinto su rame, di inusitata grandezza, raffigura una iconografia rara e di origine nordica: quella della famiglia della Vergine, detta della “Sacra Parentela” (o della Discendenza di Sant’Anna, o della Genealogia della Vergine). Il soggetto si sviluppò soprattutto nei paesi dell’area germanica (Heilige Sippe) tra XV e prima metà del XVI secolo e fu legato al culto di Sant’Anna come possibile risposta al problema della citazione evangelica dei “fratelli di Gesù”. Nella Legenda Aurea di Jacopo da Varazze si parla del “trinubium Annae” e si afferma che Sant’Anna, rimasta vedova di san Gioacchino, avrebbe celebrato un secondo matrimonio andando in moglie, secondo i costumi del tempo, al fratello di Gioacchino, Cleofe. Rimasta nuovamente vedova, avrebbe contratto un terzo matrimonio con un secondo fratello di Gioacchino, Salome. Sempre secondo quanto narra la Legenda Aurea, da ciascuno dei tre matrimoni Anna avrebbe avuto una figlia e, a ciascuna figlia, venne imposto il nome di Maria. La prima Maria (la Madonna) sposò Giuseppe ed ebbe come unico figlio Gesù. La seconda Maria (Maria di Cleofe) ebbe dal suo sposo Alfeo quattro figli (Giacomo il Minore, Giuseppe il Giusto, Simone e Giuda Taddeo). La terza Maria (Maria di Salomè) generò dal suo sposo Zebedeo due figli (Giacomo Maggiore e Giovanni Evangelista), pertanto cinque apostoli su dodici sarebbero cugini primi di Cristo e due delle Marie, citate dai Vangeli, sorelle della Madonna e figlie di sant’Anna. Il Concilio di Trento cancellò questo tipo di culto, che pertanto non trova più rappresentazioni in area cattolica dalla fine del Cinquecento ma si ritrova invece ancora nel nord Europa, segnatamente nelle Fiandre. Lo splendido quadro è opera di Hendrick van Balen il Vecchio di Anversa coadiuvato in questo caso da Jan Brueghel il Giovane per le nature morte, i fiori e lo sfondo. Nel 1592 van Balen era maestro e nel 1609-10 decano della gilda dei pittori della sua città. Andò a Roma e, al ritorno ad Anversa, fece parte della Confrérie des Romanistes, di cui fu anche decano nel 1613. Dei suoi undici figli, parecchi furono pittori. Fra i suoi numerosi allievi si annoverano A. van Dyck e F. Snyders. Spesso collaborò con altri artisti, come Josse de Momper e Snyders, ma soprattutto con Jan Brueghel, che fece sfondi e accessori in molti suoi quadri, mentre il Balen completava, come in questo caso, con figure i paesaggi dipinti dal Bruegel. Si conoscono due quadri simili dell’ambito del Balen, ma di qualità decisamente inferiore e con sfondi molto più modesti. In questo dipinto brillano magnifiche nature morte e fiori dipinti con una accuratezza pittorica tipica dello stile del Brueghel. Il quadro è ricco di simbologie: un rigoglioso cespuglio di rose che fiorisce a sinistra della Vergine è associato alla Madonna, come “rosa mistica”, colei che non porta la “spina del peccato”. I vasi di garofani rossi alludono alla passione di Gesù. In basso a sinistra ci sono grappoli d’uva (simbolo della futura passione di Cristo) nonché mele (simbolo del peccato originale ma anche della Redenzione in Cristo). Il gatto sulla destra è animale demoniaco e anche la scimmia sulla sinistra simbolizza la menzogna su cui ha trionfato la verità. La grande maestria dei due pittori si manifesta nella finezza del disegno esaltata dalla delicatezza della moltitudine di dettagli. La ricchezza dell’insieme è esaltata dalla scelta dei colori. I putti dal corpo nudo sono illuminati da colori caldi con ombre tenui, mentre le nature morte sono rese con sorprendente realismo, sia nella precisione del disegno che nelle innumerevoli sfumature dei fiori”.
base d’asta: 16.000 €

Forse il quadro più intrigante dell’intera asta 954. Il più narrativo e concettuale , di certo. Il parere non è solo mio, ma anche del presidente del Marcus Brody Club (lui presidente e io socio). Lui si diverte a scovare i dettagli del caveau dell’arte antica. E questa volta si è superato. Vi rimando, così, alla sua pagina in cui ho pubblicato il suo dotto commento. Buon divertimento…

CLIC AND GO…

Intervallo

ASTA 956. MARIO SCHIFANO [Homs (Libia) 1934 – Roma 26/01/1998]
Mare energia (2), 1983 smalto e acrilico su tela 99×99 cm, firma e titolo al retro, opera registrata presso l’Archivio Mario Schifano a cura di Monica Schifano in data 29 luglio 2019 come da documentazione allegata, entro teca in plexiglas.
Esposizioni: – “Pittori in Italia nella civiltà dell’energia e dell’elettronica” Palazzo Sagredo, Venezia, giugno 1986.
base d’asta: 15.000 €