931/ E’ primavera…

MARIO SCHIFANO [Homs (Libia) 1934 – Roma 26/01/1998]
Sempreverde, prima metà anni ’80
smalto e acrilico su tela 100×100 cm, firma, titolo e timbri della Saletta d’Arte Viviani (Pisa) sul telaio al retro, opera registrata presso l’Archivio della Fondazione Mario Schifano (Roma) in data 26/11/2002 come da dichiarazione su foto e su certificato allegato, entro teca in plexiglas.
base d’asta: 10.000 € stima: 18.000/20.000 €


ENRICO DELLA TORRE [Pizzighettone (CR) 26/06/1931 – Milano 29/07/2022]
Giardino olio su tela 50×61 cm, firma e anno in basso a destra, titolo e anno sul telaio al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto, entro teca in plexiglas.
Bibliografia: – “Enrico Della Torre. Catalogo Ragionato dell’opera pittorica 1953-2020” a cura di Francesco Tedeschi, Edizioni Skira, 2021, pagina 198.
base d’asta: 2.000 € stima: 4.000/5.000 €

ADRIANO SPILIMBERGO [Buenos Ayres (Argentina) 31/07/1908 – Milano 26/12/1975]
Farfalle, 1958 olio su tavola 31×64 cm, firma in basso a sinistra, etichetta della Galleria d’Arte Annunciata (MI) al retro e su foto.
base d’asta: 1.000 €
stima: 2.000/3.000 €

Kepler Olivieri

La missione Kepler alla ricerca di nuovi mondi abitati grazie a un telescopio inviato nello spazio, iniziata nel marzo 2009 si è cobcluisa nel 2018 con la fine del propellente che muoveva la navicella. Finita la benzina, insomma, la gita fuori porta, per gli occhi umani, si era conclusa. Per fortuna nostra ci sono artisti che, grazie alle loro opere, non smettono di far vedere, grazie a propellenti di distillati emozionali, nuovi mondi oltre al nostro che, prima o poi, si stuferà di ospitarci.

Tra questi artisti io ci metto Claudio Olivieri. Ho in libreria un denso saggio di Accame-Gualdoni (“Claudio Olivieri, il corpo dell’idea” edizioni Pierluigi Lubrina editore) in cui si legge: “La pittura di Olivieri procede nella direzione di un silenzio che si fa ascolto. L’ascolto è quello stato riflessivo in cui Olivieri si immerge con le modalità che gli sono proprie. Agisce, cioè, nell’esercizi di una totalità del processo creativo che non privilegia nè i dettati della ragione, né gli impulsi dell’emozione. E’ una caratteristica di questa pittura avanzare con una scadenza dove, concentrazione mentale e fluidità della materia, formano un unico movimento. Ritroviamo tra questi quadri l’affinità con artisti come Rothko, Newman, Reinhardt, e ancora Louis e Olitsky…”.

Nulla da aggiungere. Sì viaggiare….

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La scheda dell’opera nell’asta 931 di Meeting Art

CLAUDIO OLIVIERI [Roma 28/11/1934 – Milano 17/12/2019]
Obliquo, 1986
olio su tela 160×120 cm, firma, titolo, anno e timbri della Galleria Sabbadini Arte Contemporanea (MI) al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.
base d’asta: 6.000 €
stima: 10.000/12.000 €

Facciamo un piatto

Dopo il patto, venne il piatto. Due grandi artisti, due masterchef del colore-forma-pensiero. Due amici. Roberto Crippa incontra Gianni Dova (e viceversa) nel 1947, studenti all’Accademia di Brera. Crippa immagina spirali come forme in grado di dialogare e giocare con lo spazio. Dova immagina colore e forme che si muovono in quello spazio, ma reso surreale.

Insieme, Roberto e Gianni, cucinano ceramiche, come questo piatto che viene servito nell’asta 931 di Meeting Art, sabato 15 aprile. La spirale cucinata da Crippa lievita sul fondo-universo cucinato da Dova. Ed è bello il naufragar in questo piatto.

Ut poeta pictor?

Pittore come poeta: una questione vasariana, rinascimentale. Ma per Vincenzo Agnetti non era più questione di emulare, nella pittura, la grazia metrica e espressiva della Poesia. La sua, in quegli anni Settanta azzeranti e concettuali, non era neppure più Pittura. E non solo lui. Nel 1972, da sette anni, Roman Opalka ha iniziato a dipingere l’infinito: un numero dopo l’altro, su tele che dal nero passano a sfondi più evanescenti aggiungendo, di volta in volta, frazioni esatte di bianco. Il tempo, i numeri, la percezione di entrambi: non ci sono più Pittori in quegli anni magici Non ci sono più Poeti. Ci sono viaggiatori. Viaggiatori come Agnetti che si pone, in questo lavoro del 1972, il problema del “potere delle parole”. Numeri e parole in quest’opera-saggio, che si svela nell’asta 931 di Meeting Art . Codici esistenziali. Li capiamo davvero o fingiamo che basti un’occhiata allo Smartphone per avere chiaro tutto?

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VINCENZO AGNETTI [Milano 14/09/1926 – Milano 01/09/1981]
Crisi del linguaggio, ironia e contaminazione dei significati per denunciare l’abuso del potere sulle parole, 1972
plexiglas nero serigrafato con 2 parti mobili 30x44x1,4 cm, esemplare VI/XV, firma, anno e tiratura sul retro, custodia in cartone originale e volume di Vincenzo Agnetti “Tesi”, Prearo Editore, Milano, allegati.
senza riserva