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Se non avete più voglia di intossicarvi con sondaggi, programmi, promesse, convulsioni nostalgiche e prospettive d’incertezza garantita, trovatevi un luogo in aperta campagna. Passeggiate e guardatevi attorno. Potreste trovare quello che serve per questa missione (im)possibile. Ciò che occorre è una cappelletta, di quelle che i fedeli rurali erigevano accanto ai cascinali dedicandole a santi del posto o Madonne con specifici attributi devozionali. Le costruivano per non dover camminare per chilometri per assolvere all’obbligo festivo, garantendo così al latifondista un costante attaccamento di cuori e muscoli alle di lui coltivazioni.
Trovata la cappelletta e assicurandovi all’interno che il tempo non abbia esagerato, potrebbe accadere di notare come dietro all’altare l’affresco raffigurante il Santo/a o la Madre di Dio sia definitivamente evaporato dalla vista. a questo punto scatta il piano. Piano che presuppone di accedere all’asta 841 di Meeting Art, sabato 17 marzo. Quindi, dotati del quid necessario, necessario è l’aggiudicarsi di questo dipinto di Vasco Bendini. Grande come una pala d’altare, bello come una pala d’altare in cui Tiziano e Caravaggio di colpo si siano risvegliati astrattisti cercando il modo di comporre un’unica sinfonia. La drammaticità della materia sublimata dalla tonalità psichica: Bendini. Un Maestro. In questo dipinto c’è fede e ragione, paura e sentimento, spinta verso lo spirito e graffi della sofferenza. Bello,vero?
Immaginatelo, ora, il Bendini nella cappelletta che avete trovato: preghiera d’arte e un sogno da inseguire…(lontano da tribune e tribunisti).
…il destino crudele di nascere in Italia.
Fabrizio De Andrè, fosse nato negli usa, a Leonard Cohen (enorme poeta), gli avrebbe fatto un baffo.
Vasco Bendini, sarebbe considerato al pari, se non sopra ai vari De Kooning & C. tanto valutati.
Sigh…
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