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Baj, Baj…Primo Maggio

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EnricoBaj(pic)01012013003725Ancora sulla prossima tornata d’asta del Primo maggio, dell’asta 758. Riecco tra i lotti un cuore puro dell’arte italiana, un giocoliere della creatività, un bambino-adulto che faceva l’artista. Si chiamava Enrico Baj, <pittore e scultore italiano, Trascendente Satrapo e Imperatore Analogico della Patafisica Milanese, raffinato saggista e polemista d’eccezione, nasce a Milano il 31 ottobre 1924. Dopo gli studi classici, si iscrive a Medicina, che abbandona dopo la seconda guerra mondiale per laurearsi in Giurisprudenza. Parallelamente agli studi “economici” Enrico Baj frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera. Attivo rappresentante delle avanguardie degli anni Cinquanta, fonda, con Dangelo e Gianni Dova, il “Movimento Nucleare”, movimento innovativo sia dal punto di vista formale sia da quello ideologico, tendente a instaurare contatti con artisti ed intellettuali europei>. E ancora in questa arguta biografia (tratta da www.windoweb.it) <Per Enrico Baj, molto spesso, dipingere è un gioco e pertanto anche i soggetti risentono dello sguardo divertito dell’artista che si permette anche rifacimenti grotteschi di opere di Picasso ed altri mostri sacri della pittura. In stretto contato con pittori e intellettuali suoi contemporanei, analizza con gli amici Lucio Fontana, Piero Manzoni, Sergio Dangelo, Joe Colombo e Lucio Del Pezzo, il mondo dell’arte, tenendo sempre d’occhio le mutazioni politiche e sociali. La Guerra Fredda ripropone al mondo lo spetro di Hiroshima e l’artista proietta nei suoi lavori le angosce e le paure del futuro. Baj, in applicazione dei principi del “Movimento Nucleare” coltiva rapporti e scambi anche con artisti stranieri, come Max Ernst, Marcel Duchamp, Yves Klein, E.L.T. Mesens, Asger Jorn e altri artisti del gruppo Cobra, con il Nouveau Realisme ed il Surrealismo. All’inizio degli anni Sessanta incontra la Patafisica di Alfred Jarry , da cui trae nuovo vigore alla sua vena ironica e giocosa legandolo ai grandi esponenti del Dadaismo e del Surrealismo, come Duchamp, Man Ray, Queneau, Ernst, e Breton>. Ci sono Baj nel Primo Maggio Meeting (oltre ai due multipli nella foto e un terzo da trovare a catalogo anche la bella opera unica al lotto 83(quella in alto a sinistra nelle foto).

Dugukkka, 1993legni, acrilici e collage cm. 36x70x5, opera non firmata, entro teca in plexiglass.
Pubblicazioni: -1977, Enrico Baj Catalogo Generale delle Opere dal 1972 al 1996, Edizioni Marconi-Menhir, pagina 399 al numero 2592;-1995, Enrico Baj, Darmstadt, tavola a colori pagina 214;
-2007, Enrico Baj, Oggetto soggetto, Anfiteatro Arte (PD), pagina 137.
-2010, RAM, Padova 2010, Percorsi dello sguardo, arte del ‘900 e oltre, pagina 39. Base d’asta: 3mila euro

Prova d’Appel

012013000286Karel-Appel-1

L’asta 754 si avvia alla chiusura (mercoledì e giovedì ultime sessioni light) con diversi acuti; alcuni già segnalati nei post precedenti, il quadro va completato. E si parte dalla doppia aggiudicazione di due opere di Karel Appel, il maestro del gruppo CoBra (dal nome delle capitali Copenaghen, Bruxelles, Amsterdam: l’area di riferimento di questi artisti) con Pierre Alechinsky, Guillaume Corneille, Constant, Asger Jorn. Arte selvaggia, borderline, il segno che crea emozioni,  contenuti che sembrano evocare la pazzia che ci portiamo dentro e che i pazzi veri riescono a esprimere (a volte più normali di tanti normali). Bene. Due Appel a Vercelli hanno ottenuto un chiodo a cui essere appesi. Il lotto 64 aggiudicato a 30mila euro (nella foto in alto)  e il lotto 494 che da 18mila euro ne ha fatti 26 mila. Ottima scelta. Pazzi per la pittura.

ps. Aggiudicato l’Elio Marchegiani, la scultura da parete degli anni Sessanta. Un pezzo storico. Aggiudicato anche il Boille di cui ho parlato in un precedente post. Da mille a 3.200 euro: rilanci dell’intelligenza.

Scheggi, che scheggia…(refresh 18 febbraio)

paoloscheggi  Prima tornata dell’astona di Arte moderna e contemporanea 754, c’è già un uomo in fuga. Anzi, un quadro con l’uomo che l’ha dipinto. Ovvero Paolo Scheggi (1940-1971).  Vita breve. Grande densità artistica. Graffia la scena artistica italiana insieme a Manzoni (altro morto giovane, vivo ancora), Fontana e Castellani. Loro se ne fregano di colori e figure sulla tela. Prendono e manipolano forme plastiche. Magari proprio di plastica, il nuovo materiale uscito dalla mente del Nobel Giuseppe Natta. Scheggi fa così con plastica e altro: < …bucava le tele con delle fustelle di ferro per ottenere dei buchi perfetti e aveva inventato una tecnica particolare per arricciarne i bordi verso l’interno. Quando i buchi erano pronti, dipingeva il tutto con un colore unico che a volte era il rosso, a volte il nero, a volte il blu o l’arancione. Non gli ho mai visto fare i buchi verdi, e non gli ho mai chiesto il perchè…> così di lui Antonio Giusti. Si ricordano di lui, oggi. L’opera in asta alla Meeting il 2 marzo partiva da 15 mila euro, siamo già a 17mila. Scatto e fuga (in avanti) d’artista. Bravo, grande, Paolo!

scheggi

63 PAOLO SCHEGGI Firenze 1940 – Roma 1971
Intersuperficie curva sul bianco, 1966
acrilico su tre tele sovrapposte cm. 70×70, firma, titolo, anno e timbro della Galleria Arte Moderna Il Punto (TO) al retro, opera registrata presso l’Archivio Scheggi al numero PASC 0569 come da dichiarazione della Galleria Niccoli (PR) su foto, entro teca in plexiglass.